“Racconta un Giallo in 30 secondi” premia Barbara Carraresi

Si può riassumere un Giallo in 30 secondi e raccontarlo davanti ad una platea di appassionati pronti ad indovinare il titolo e l’autore? Sì, si può. Lo hanno dimostrato i partecipanti alla seconda edizione di “Racconta un Giallo in 30 secondi” promosso dal Club del Giallo. La serata, inserita nel programma del Comune di Sesto Fiorentino Autunno di Libri, si è tenuta il 10 novembre alla biblioteca Ragionieri di Sesto Fiorentino. Al centro della serata la capacità di raccontare un libro poliziesco in 30 secondi e convincere la giuria e il pubblico a farsi votare. Lavoro difficile per la giuria che ha dovuto scegliere i tre migliori “narratori di giallo” e la sfida ha portato sul podio un’onda tutta rosa. Vincitrice è stata a Barbara Carraresi che ha raccontato il libro di Agatha Christie “Poirot a styles court”, seconda si è classificata Cristina Giuntini con “Rebecca la prima moglie” di Daphne Du Murier seguita da Ilaria Gori con “Il segno dei quattro” di Arthur Conan Doyle. Gli altri concorrenti sono stati: Massimo Materassi con “Il nome della rosa” di Umberto Eco, Gianni Panunzi con “Odore di chiuso” di Marco Malvaldi, Ann Rose Altomare con “Il mistero di Valle Boscombe” di Arthur Conan Doyle, Renato Campinoti con “I delitti della Rue Morgue” di Edgar Allan Poe, Stefano Rolle con “Almost Blue” di Carlo Lucarelli e Elena Zuppella con “Lasciami entrare” di John Lindqvist. Il commento più bello che come Club del Giallo abbiamo ricevuto è stato “grazie a questa sera mi sono incuriosito di alcuni libri che leggerò”. E questo, insieme al divertimento, era il nostro obiettivo! Grazie a tutti coloro che hanno partecipato, ai concorrenti, al pubblico, alla giuria e alla Biblioteca Ragionieri.

Serie Tv tra giallo e avventura: Sopravvissuti una serie che tiene sulle spine

Sono stata una fan di Sopravvissuti. Non solo per la trama e per gli attori, ma anche per la regia di Carmine Elia che, secondo me, ha reso il prodotto molto raffinato e ho scoperto una Genova originale. Le riprese dall’alto, i palazzi ricercati, gli esterni di respiro, il molo, il mare mi hanno fatto respirare l’aria della città della lanterna. Ottimo anche il cast e il racconto “spezzato” con tra passato e presente, le immagini che sfilano mentre si racconta una bugia, la verità e i segreti che giocano con le immagini e con le parole e tengono sulle spine lo spettatore. Ecco, sì, secondo me Sopravvissuti è stata una fiction dove lo spettatore ha partecipato attivamente alla vicenda. Non si è limitato a guardare le immagini e mettere insieme i pezzi mentre sparecchiava la tavola, lavava i piatti oppure si rilassava sul divano. No, in Sopravvissuti lo spettatore interessato al programma ha partecipato e ha sofferto. Cast fantastico. Non c’è niente da dire. Forse quello che manca, adesso, è la secondo serie. Sì perchè l’ultima puntata ci ha lasciato ancora dubbi e non tutte le tessere sono state sistemate al loro posto, ma del resto, questo sa molto di vita reale. Ci sono però domande che gli spettatori di Sopravvissuti si sono poste come: cosa c’entra l’isola? Perchè se sono andati sull’isola poi sono tornati via? Che fine ha fatto Frank? E Gabriele è morto? Stefano ha ucciso Tano, ma perchè, quale mistero si nasconde dietro la morte del figlio Simone? E Marta cosa nasconde ancora? Insomma manca una seconda serie e con questo cast e questa regia si può fare… Su questo aspetto nonci sono risposte precise: la Rai aveva annunicato che visto gli ascolti più bassi del previsto non avrebbe messo in cantiere la seconda serie, ma sembra che poi Sopravvissuti 2 si farà nel 2024. I fan come me aspettano… fiduciosi

E voi cose ne pensate?

Elena