In vacanza con i consigli di lettura di Riccardo Parigi

Vi state preparando alle vacanze? Cercato un libro da leggere? Ecco i consigli di lettura di Riccardo Parigi.

Consigli di lettura

Stefano Cosmo, Dentro la gabbia, Marsilio 2023.

Il trentenne Moreno Zanon torna nella sua città, Marghera, dopo che per molti anni ha girato il mondo, spostandosi soprattutto tra Thailandia e Brasile. Zanon è un campione di “Mma”, arti marziali miste, una disciplina molto violenta che viene combattuta all’interno di una gabbia. Disciplina violenta, certo, ma regolata da precise norme nell’ambito del professionismo internazionale.

Le arti marziali sono state la salvezza per Zanon: in gioventù, a Marghera,  ha imboccato la strada della malavita; ne è uscito grazie all’aiuto di Giovanni, un operaio sindacalista, ma soprattutto una persona generosa che gestisce  una palestra dove i ragazzi possono trovare un’alternativa al mondo dello spaccio e delle rapine. Non è stato altrettanto avveduto il fratello di Moreno, Marco, che è finito in carcere per gravi reati.

Ora Zanon, che è conosciuto nell’ambiente agonistico come il “Barba” ed è ricoperto di tatuaggi, ha l’occasione della sua vita: può misurarsi proprio in Italia con un fuoriclasse di Mma, l’irlandese O’ Connor, e tentare di conquistare una borsa estremamente consistente. 

Accade però un evento che manda in frantumi i progetti e le speranze del protagonista.  Marco viene gravemente ferito in prigione: ha fatto uno sgarro a un boss, Paolo Trabacchin, e se non paga i suoi debiti verrà di sicuro ammazzato. Zanon si sente perciò costretto a fare qualcosa per il fratello, a prendere contatti con  Trabacchin, che non è un malavitoso di mezza tacca: “Era stato un pezzo grosso della Mala del Brenta, un esperto rapinatore, e aveva gestito un paio di bische clandestine a Marghera quando il videopoker era ancora fantascienza” (p.17). 

Trabacchin, uscito da molto tempo di galera,  continua a mandare avanti floride attività criminali che hanno a che fare con i centri di accoglienza e lo sfruttamento degli immigrati; controlla pure il gioco d’azzardo nelle carceri (ecco perché Marco è finito nei guai con lui) e non disdegna di organizzare  giri di scommesse su  tremendi incontri di kickboxing. Non c’è da stupirsi dunque che in pratica costringa Moreno a battersi in una di queste arene clandestine dove però non vige alcuna regola, tutti i colpi sono ammessi. Il Barba accetta per aiutare il fratello a estinguere i debiti, ma anche perché è pressato dal maresciallo Di Ciolla che ha un antico conto aperto col mafioso e vuole chiuderlo usando Zanon come una sorta di infiltrato. Aggiungiamo soltanto – non s’intende anticipare troppo – che molte  sorprese  attendono Moreno in questa difficile impresa, alcune assai più dolorose delle mazzate che riceve dagli avversari…

Stefano Cosmo si è avvicinato alla scrittura, secondo quanto afferma nella nota finale, grazie ai consigli e incoraggiamenti di Massimo Carlotto. Ha evidentemente sfruttato anche le sue esperienze  lavorando “nel sociale come operatore di strada” e in quanto “appassionato di sport da combattimento”. 

In effetti sa descrivere con efficacia cosa può succedere “dentro la gabbia”, una gabbia  in cui non è presente un arbitro, non vengono rispettate le categorie di peso, non ci sono round e dunque l’incontro termina solo quando uno dei due contendenti soccombe. Ma quelli della lotta sono in fondo i momenti meno originali del romanzo: la mente dei lettori, o almeno di molti lettori, corre al filone cinematografico incentrato proprio sulle arti marziali che ebbe enorme successo tra gli anni Settanta e Novanta.  Si ha la sensazione in molti punti che debbano all’improvviso irrompere, in un singolare contesto veneto, Jean-Claude Van Damme e il  gigantesco combattente thailandese Ton-Po de Il nuovo guerriero,  oppure  Bruce Lee alla ricerca di un bàcaro.

L’aspetto che colpisce maggiormente di questo noir è piuttosto l’ambientazione. Forse per la prima volta Marghera diviene lo sfondo principale di un romanzo di genere. Attraverso le vicende drammatiche di Moreno Zanon ci si addentra nella realtà di quello che è stato uno dei più grandi poli industriali italiani ed europei: una realtà degradata, dove crescono  gli attriti sociali, la disoccupazione, la delinquenza organizzata. Eloquenti a questo proposito alcune riflessioni del protagonista: “Nonostante gli anni passati a girovagare per il mondo, una connessione indissolubile mi legava alla mia città, e di sicuro non dipendeva dalla bellezza. Per quella c’era Venezia … Marghera era il suo lato oscuro, ma più profondo, intriso di un’umanità forgiata da lotte operaie, licenziamenti, povertà, droga, crimine e voglia di rivalsa. Era stata illusa e violentata dalle multinazionali, picchiata, abbandonata ma non si era arresa. E non si era scrollata di dosso il proprio ingombrante passato. Nonostante tutto, però, resisteva” (p.249).

Insomma, anche Marghera “dentro la gabbia”.

Leonardo Gori, La libraia di Stalino, TEA 2023.

Dicembre 1941. 

Bruno Arcieri capitano del SIM, l’intelligence dell’Arma dei Carabinieri, viene inviato dal suo comandante sul fronte russo. A Stalino, in Ucraina, è stata intercettata una spia che comunica con gli inglesi e  va fatta tacere a tutti costi.

Ecco dunque che Arcieri si trasferisce da Roma nelle immediate retrovie dell’immensa zona di combattimento (nell’attuale oblast di Doneck, regione anche in questi giorni sanguinosamente contesa…). Deve indagare soprattutto all’interno dell’ospedale militare perché, a quanto pare, la radiotrasmittente che manda messaggi alla “Perfida Albione” si trova nascosta in quell’edificio o nei paraggi. 

La missione di Arcieri è anche una lotta contro il tempo dal momento che la clamorosa, in apparenza travolgente avanzata verso est dell’esercito tedesco e delle truppe italiane si è arrestata: l’ “Operazione Barabarossa” – messa in moto nel giugno del 1941 – segna il passo e si teme una controffensiva dei russi.

Tra il 21 e 29 dicembre il capitano si immerge completamente in una realtà disperata, si fa un’idea niente affatto superficiale di come funzionino il Comando italiano e in particolare l’Ospedale militare, giudica in che condizioni viva la popolazione locale. In particolare entra in contatto con i medici e i chirurghi che con straordinario coraggio e spirito di sacrificio svolgono il loro compito affrontando una situazione difficilissima per quanto riguarda le risorse e la logistica (mancano farmaci essenziali come i sulfamidici e le morti di soldati per infezione in seguito a ferite non si contano). All’interno di questo gruppo spicca la figura di colui che dirige l’ospedale, il colonnello Pitigrilli.

L’ufficiale, che rimarca subito di non avere rapporti di parentela col celebre romanziere (e informatore dell’Ovra), manifesta un carattere a dir poco eccentrico, non nasconde il suo antifascismo e le simpatie verso Stalin, eppure è tollerato almeno fino a quel momento dalle alte gerarchie dell’esercito e della politica: Pitigrilli ha infatti formidabili competenze professionali e ha dimostrato di sapere gestire una realtà – quella appunto dell’ospedale militare – che ben pochi sarebbero in grado di reggere sulle proprie spalle. Il colonnello permette di ricoverare e curare anche civili, e di fatto molti abitanti di Stalino hanno fraternizzato con medici e infermieri. 

Fin dal loro primo incontro il colonnello spiega con schiettezza ad Arcieri come  stanno le cose: “ «Non pensi troppo male, capitano», disse Pitigrilli, con voce cavernosa. Tossiva, forse era malato.

«Cosa dovrei pensare?».

«Se lei è qui per verificare eventuali voci sulla nostra condotta morale […] può tranquillizzare subito i bacchettoni di Roma».

Arcieri aggrottò la fronte: «Condotta morale?»

«C’è un via vai di visitatrici. Prima venivano solo per i loro uomini ricoverati, vecchi e ragazzi. Ma poi…ho lasciato fare […] La presenza femminile, la semplice presenza della donna, non significa necessariamente sesso. La gentilezza, il sorriso, sono ancora più importanti» (p. 45).

Al centro di questa complessa rete di rapporti e relazioni c’è Irina: bella, intelligente, decisa,  è la figlia del vecchio Sergej che per moltissimi anni ha tenuto aperta l’unica libreria di Stalino. La donna aiuta Arcieri nella sua missione, lo accompagna per le strade del paese guidando uno dei pochi mezzi disponibili, un camion di fabbricazione sovietica utilizzato di solito per trasportare i cadaveri: è l’allucinante “carro dei morti” dotato di un unico, enorme fanale.

Irina fa visitare al capitano la libreria che suo papa, come lo chiama affettuosamente, ha curato con appassionata dedizione fino allo scoppio del conflitto.  È uno dei punti più belli e intensi del romanzo: “Salirono pochi scalini, poi lei spinse una porta e si trovarono in una vasta sala, con le pareti piene di libri. Non si distinguevano bene, le coste sembravano tutte nere, per la scarsa luce. Ma non era completamente buio,  come in una stanza chiusa. Arcieri alzò la testa stupito. Vide passare degli uccelli, contro il cielo scuro, forse dei corvi. Quella sala piena di libri non aveva il soffitto” (p. 196).

Irina sa il pericolo che corre se i sovietici riconquistassero la città, sarebbe perseguitata e uccisa come tante altre donne che hanno intrattenuto rapporti col “nemico”. In realtà la giovane gioca un ruolo significativo – ovviamente non aggiungiamo altro su questo punto – nella missione affidata ad Arcieri, il quale avrà modo di ottenere  informazioni su fatti sconvolgenti, fatti occultati in una sorta di vaso di Pandora…

Ribadiamo quanto detto in diverse occasioni: etichette come “spy story” o “thriller storico” stanno ormai strettissime ai romanzi di Leonardo Gori e  possono apparire addirittura fuorvianti. Si tratta di “roman roman” – come avrebbe specificato Simenon – testi che descrivono, con un vigore narrativo scevro da enfasi e stereotipi, la complessa, coinvolgente avventura umana di un uomo, Bruno Arcieri, e di riflesso lo spaccato di un’epoca segnata da miserie indicibili, orrori terrificanti e nel contempo da atti di coraggiosa consapevolezza. Azioni che indicano la capacità, da parte di molti uomini a lungo lusingati o comunque influenzati dal regime,   di fare precise, indifferibili scelte di campo.

Vi piace scrivere storie noir o gialle? Ecco il concorso che fa per voi

L’associazione Il Club del Giallo, in collaborazione con la Libreria Rinascita di Sesto Fiorentino e la biblioteca “Ernesto Ragionieri” di Sesto Fiorentino e con il patrocinio del Comune di Sesto Fiorentino, indice il nono concorso nazionale di narrativa “GIALLO FIORENTINO (NUOVO FORMAT).

Il concorso è aperto a tutti i maggiorenni.

Le opere dovranno arrivare entro il 31 luglio 2023 alle ore 13.

1. Le opere dovranno essere inedite (non è esclusa la partecipazione o segnalazione ad altri concorsi ma i racconti non dovranno mai essere stati pubblicati, neanche on-line), in lingua italiana e avere una lunghezza massima, inderogabile, di 20mila battute (incipit fornito compreso) con carattere Times New Roman corpo 12.

  1. Si può partecipare con un solo elaborato.
  2. I racconti dovranno appartenere al genere giallo nell’accezione più ampia (noir, mistery,

thriller), essere ambientati in Toscana e non dovranno essere stati premiati in altri concorsi. Gli elaborati dovranno iniziare con il seguente incipit creato dal giornalista e scrittore di libri gialli, editi per i tipi di Giunti, Gigi Paoli: “Aprì con cautela la porta ed entrò nel grande salone spoglio della villa abbandonata: cercò di sconfiggere il buio che inghiottiva il soffitto, abituando gli occhi alla penombra che lo avvolgeva, poi iniziò lentamente a salire la grande scalinata di legno marcio dell’atrio. Non sapeva cosa avrebbe trovato al piano di sopra. E di sicuro, pensò più tardi, non lo avrebbe mai immaginato”.

4. Verranno premiati i primi tre racconti, sono previsti attestati e la pubblicazione per i primi dieci racconti. La giuria si riserva di segnalare racconti particolarmente meritevoli.

  1. Ogni concorrente è responsabile di quanto contenuto nel testo inviato.
  2. Per la partecipazione al concorso non è prevista alcuna quota d’iscrizione.
  3. I concorrenti devono inviare i loro racconti esclusivamente in formato elettronico (doc, rtf,

txt) entro il 31 luglio 2023 pv all’indirizzo di posta elettronica giallofiorentino@gmail.com. Sul testo del racconto non dovrà essere riportato il nome dell’autore né alcun altro segno di possibile riconoscimento. I dati anagrafici, un recapito telefonico, un indirizzo e-mail dovranno essere invece

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indicati nel testo della mail che sarà letta solo dalla segreteria e non sarà a conoscenza dei membri della giuria.

8. La proclamazione dei vincitori e la premiazione si terrà nel mese di ottobre pv. La sede, la data e le modalità dell’iniziativa saranno comunicate via mail a ogni premiato. I premi saranno consegnati personalmente ai vincitori o persone delegate e non saranno spediti.

  1. I materiali inviati non saranno restituiti.
  2. I racconti saranno giudicati da una giuria tecnica composta da scrittori, giornalisti e

professionisti del settore. Il giudizio della giuria è insindacabile. La giuria si riserva il diritto di assegnare degli ex-aequo.

11. Gli scrittori si assumono ogni responsabilità sui contenuti e sull’autenticità delle opere presentate ed autorizzano gli organizzatori al loro utilizzo per scopi promozionali, culturali e commerciali. L’organizzazione, a proprio insindacabile giudizio, non prenderà in considerazione materiale che contenga elementi che violino la legge e i diritti di terzi o messaggi pubblicitari di alcun tipo.

12. Ogni partecipante esprime, ai sensi della Legge 196/2003 (e successive modifiche), il consenso al trattamento e alla comunicazione dei propri dati personali, nei limiti e per le finalità della manifestazione.

13. La partecipazione al premio implica la completa accettazione del presente regolamento.

14. I primi dieci selezionati riceveranno una comunicazione diretta, via mail, pur senza l’indicazione della graduatoria finale che sarà annunciata solo in sede di premiazione.

  1. Gli autori premiati sono tenuti a presenziare alla cerimonia di premiazione.
  2. È prevista la pubblicazione per i primi dieci racconti e per quelli segnalati dalla giuria e

premi per i primi tre classificati.

17. Segreteria del concorso: giallofiorentino@gmail.com

I quiz del Club del Giallo alla Notte Bianca in Biblioteca

Lo sapete per dove è stata girata la serie tv La Signora in Giallo? E conoscete il nome dell’Ispettore Morse? Ve la sentite di giocare con i libri gialli e le serie tv poliziesche? Si? Allora l’appuntamento è a mezzanotte e trenta di sabato 27 maggio alla Biblioteca Ragionieri. Il Club del Giallo, infatti, partecipa alla Notte Bianca in Biblioteca promossa dal Comune di Sesto Fiorentino e per quella notte ci si potrà divertire con i quiz gialli, in squadre o da soli, in palio, e non poteva essere altrimenti, ci sono tanti libri tutti del Club del Giallo. 

Vi aspettiamo: sabato 27 maggio alle 00.30 alla Biblioteca Ragionieri di Sesto Fiorentino.

Walter Veltroni presenta “Buonvino tra amore e morte” alla Rinascita

Buonvino questa volta dovrà fare i conti con i propri sentimenti, l’indagine sull’attentanto subito da Veronica sarà anche un modo per riflettere sulla vita e sulla morte. “Buonvino tra amore e morte” è il titolo dell’ultimo giallo scritto da Walter Veltroni con protagonista il commissario Giovanni Buonvino del Commissariato di Villa Borghese a Roma. Veltroni presenterà il suo libro sabato 18 marzo alle ore 18 alla Libreria Rinascita di Sesto Fiorentino. Prenotazione cal numero 055440107.

La Milano “nera” di Gian Andrea Cerone a Libraria Noir

Gian Andrea Cerone è stato ospite della rassegna “Libraria Noir” promossa dalla Libreria Rinascita di Sesto Fiorentino in collaborazione con il Club del Giallo. E’stato un pomeriggio interessante per un autore che racconta una Milano noir. Cerone è stato intervistato dal nostro socio, lo scrittore Riccardo Parigi. Ecco la recensione di Parigi. Buona lettura

 

Gian Andrea Cerone, Il trattamento del silenzio, Guanda 2023

Novembre 2020. A Truccazzone, località a qualche chilometro da Milano, in  una villa presso l’Adda viene rinvenuto un cadavere. È stato ucciso in modo feroce Niccolò Bessa Terzaghi,  ex professore di storia dell’arte,  bibliofilo,  accanito collezionista di preziose cinquecentine. L’assassino si è scatenato al punto da inchiodare il corpo della vittima alla sua enorme biblioteca.

Ovvio che un caso dai risvolti così truci venga affidato alla squadra UACV della Questura milanese: l’Unità Analisi del Crimine Violento, “unità” guidata in quei giorni dall’ispettore Antonio Casalegno. Il capo della squadra Mario Mandelli – commissario dalla larghissima esperienza, dal grande acume e dall’altrettanto grande spessore umano – è assente. Ha preso alcuni mesi di congedo per seguire un corso di perfezionamento all’Università Cattolica; in effetti Mandelli è appassionato cultore dalla storia di Milano e della Lombardia, ma la decisione è dovuta anche al suo bisogno di staccare la spina, di allontanarsi dalla “crudeltà” del quotidiano. Il tremendo assassinio di Bessa Terzaghi lo spinge a tornare in Questura e a coordinare indagini particolarmente difficili e rischiose. Nell’arco di appena otto giorni accadono altri fatti drammatici e sanguinosi che sembrano sfiorare o intrecciarsi col quadro indiziario del delitto di Truccazzone (giovani anaffettivi,  bravissimi a utilizzare particolari start up, gestiscono un giro di squillo di alto bordo; un individuo, ribattezzato il Cacciatore, è pericolosamente attratto e turbato da alcune studentesse universitarie; criminali della vecchia e della nuova “scuola” difendono con brutale efficienza i loro spazi e i loro affari).

Per fronteggiare questa pioggia battente di atti delittuosi – più fitta di quella che dal cielo si riversa implacabile su Milano – i componenti della squadra sono obbligati a dare il meglio di sé in termini di lucidità e di coraggio. Ma…de hoc satis o si rischia di fare spoiler (anche se, intendiamoci una volta per tutte, molti riferimenti si trovano nella seconda di copertina, che chi frequenta le librerie in genere legge avidamente: salvo poi indignarsi per qualche frammentaria, e abbastanza irrilevante,  anticipazione buttata lì…).

Il trattamento del silenzio è il secondo romanzo di Gian Andrea Cerone,  segue Le notti senza sonno, testo di esordio uscito l’anno scorso e che ha raccolto un ampio, meritato successo di pubblico. L’autore è un gran funambolo dell’intreccio, bravissimo nel fare funzionare  il meccanismo dell’azione;  sa mettere in campo  personaggi credibili ed empatici (oltre Mandelli e il suo vice Casalegno, meritano una menzione speciale poliziotte  “toste” quali Gabriella Donati, Caterina Dei Cas e la strepitosa ex giavellottista Marìca Ambrosio). Ma soprattutto Cerone riesce a creare un noir metropolitano che, senza scomodare i testi dei “padri nobili” (Augusto De Angelis, Giorgio Scerbanenco) se la batte alla pari con quelli di Biondillo e di Robecchi.

Riccardo Parigi

Savatteri e il mondo di Makari ospiti del Club del Giallo alla Libreria Rinascita

La Sicilia e i siciliani raccontati con ironia dal due “giallo” Saverio Lamanna e Peppe Piccionello, protagonisti insieme a Suleima dei libri di Gaetano Savatteri saranno il 26 gennaio, a Sesto Fiorentino. 

Savatteri, giornalista e scrittore sarà atteso ospite alle 18 della rassegna letteraria “Libraria Noir” promossa dalla Libreria Rinascita Ubik di Sesto Fiorentino in collaborazione con l’associazione sestese Club del Giallo. Gaetano Savatteri presenterà il suo ultimo libro “I colpevoli sono matti” edito da Sellerio, con il sottotitolo di “quattro indagini a Makari”. Indagini che portano il trio irresistibile composto da Saverio Lamanna, Peppe Piccionello e Suleima ad uscire dalla Sicilia, anche di superare i confini nazionali, per indagare su quattro casi alcuni di questi che hanno a che fare anche con “cold case”. Saverio Lamanna e Peppe Piccionello, gli Holmes e Watson in “Sicily style” sono personaggi nuovi nel panorama del giallo italiano. Saverio Lamanna è un giornalista giunto in carriera, che si trova a perdere tutto da un momento all’altro. Da Roma ritorna nella sua Makari Sicilia dove ad attenderlo c’è Peppe Piccionello amico di famiglia, personaggio fuori da ogni schema che gira in infradito e magliette che promuovono la Sicilia grazie ad una serie di accattivanti slogan. Divertenti, ironici hanno conquistato il pubblico anche televisivo grazie alla fiction “Makari” andata in onda su Rai Uno in due serie. La fiction ha avuto una grandissimo gradimento in termini di ascolto e dovrebbe presto arrivare sul piccolo schermo la terza stagione. 

Dopo l’incontro con Gaetano Savatteri, i prossimi appuntamenti di Libraria Noir saranno Marco Malvaldi e Samantha Bruzzone il 3 febbraio alle 18 con il libro “Chi si ferma è perduto”. 

Maurizio de Giovanni apre Libraria Noir con il Club del Giallo e Libreria Rinascita ed è subito sold out

Maurizio de Giovanni ha aperto venerdì 20 gennaio la rassegna di incontri con gli autori “Libraria Noir” in collaborazione tra Club del Giallo e Libreria Rinascita Ubik di Sesto Fiorentino. L’incotnro visto la presenza di oltre 250 persone, si è tenuto al cinema Grotta ed è stato presentato dalla nostra presidente Sandra Nistri insieme a Francesca Albano della Libreria Rinascita di Sesto Fiorentino. E’ intervenuto l’assessore alla cultura Jacopo Madau.

Molta emozione e tanti applausi per l’autore del Commissario Ricciardi che in tv ha il volto di Lino Guanciale, dei Bastardi di Pizzofalcone, di Mina Settembre e Sara. L’arrivo in libreria dell’ultimo “Caminito” segna il ritorno dopo cinque anni del Commissario Ricciardi, un romanzo atteso che questa volta si mantiene in equilibrio tra Napoli e l’Argentina e racconta sulle languide note di un tango una indagine difficile per il Commissario Ricciardi. 

“Lo scrittore è come un padre per i personaggi che crea – ha detto de Giovanni – poi però diventano patrimonio dei lettori. I libri sono dei viaggi e lo scrittore è come una guida turistica”. Alla domanda perchè il Commissario è tornato dopo così tanti anni, de Giovanni ha risposto che non voleva raccontare l’Italia dopo il 1934. “E’ stato un periodo in cui le cose sono cambiate” ha detto lo scrittore partenopeo. Maurizio de Giovanni ha poi ripercorso la nascita del suo Commissario RIcciardi che “vede” i morti uccisi violentemente. “Lavoravo in banca – ha raccontato – e un giorno alcuni miei amici mi hanno iscritto ad un concorso letterario che si teneva al Gambrinus e non avevo idea di cosa scrivere. Mentre gli altri erano davanti al computer e scrivevano io guardavo fuori dal locale e ho visto una bambina che mi faceva la linguaccia. Solo allora mi sono accorto che tutti erano piegati sulla tastiera e nessuno la stava vedendo. Da lì è nata l’idea”. Ha poi divertito il pubblico raccontando come i suoi lettori si siano dispiaciuti quando ha smesso di scrivere le storie del Commissario Ricciardi. E poi ha donato al pubblico sestese la lettura di un capitolo di Caminito. La serata si è conclusa con una lunga fila di lettori che chiedevano una firma e con la promessa da parte di de Giovanni di tornare a Sesto Fiorentino.

“Racconta un Giallo in 30 secondi” premia Barbara Carraresi

Si può riassumere un Giallo in 30 secondi e raccontarlo davanti ad una platea di appassionati pronti ad indovinare il titolo e l’autore? Sì, si può. Lo hanno dimostrato i partecipanti alla seconda edizione di “Racconta un Giallo in 30 secondi” promosso dal Club del Giallo. La serata, inserita nel programma del Comune di Sesto Fiorentino Autunno di Libri, si è tenuta il 10 novembre alla biblioteca Ragionieri di Sesto Fiorentino. Al centro della serata la capacità di raccontare un libro poliziesco in 30 secondi e convincere la giuria e il pubblico a farsi votare. Lavoro difficile per la giuria che ha dovuto scegliere i tre migliori “narratori di giallo” e la sfida ha portato sul podio un’onda tutta rosa. Vincitrice è stata a Barbara Carraresi che ha raccontato il libro di Agatha Christie “Poirot a styles court”, seconda si è classificata Cristina Giuntini con “Rebecca la prima moglie” di Daphne Du Murier seguita da Ilaria Gori con “Il segno dei quattro” di Arthur Conan Doyle. Gli altri concorrenti sono stati: Massimo Materassi con “Il nome della rosa” di Umberto Eco, Gianni Panunzi con “Odore di chiuso” di Marco Malvaldi, Ann Rose Altomare con “Il mistero di Valle Boscombe” di Arthur Conan Doyle, Renato Campinoti con “I delitti della Rue Morgue” di Edgar Allan Poe, Stefano Rolle con “Almost Blue” di Carlo Lucarelli e Elena Zuppella con “Lasciami entrare” di John Lindqvist. Il commento più bello che come Club del Giallo abbiamo ricevuto è stato “grazie a questa sera mi sono incuriosito di alcuni libri che leggerò”. E questo, insieme al divertimento, era il nostro obiettivo! Grazie a tutti coloro che hanno partecipato, ai concorrenti, al pubblico, alla giuria e alla Biblioteca Ragionieri.

Serie Tv tra giallo e avventura: Sopravvissuti una serie che tiene sulle spine

Sono stata una fan di Sopravvissuti. Non solo per la trama e per gli attori, ma anche per la regia di Carmine Elia che, secondo me, ha reso il prodotto molto raffinato e ho scoperto una Genova originale. Le riprese dall’alto, i palazzi ricercati, gli esterni di respiro, il molo, il mare mi hanno fatto respirare l’aria della città della lanterna. Ottimo anche il cast e il racconto “spezzato” con tra passato e presente, le immagini che sfilano mentre si racconta una bugia, la verità e i segreti che giocano con le immagini e con le parole e tengono sulle spine lo spettatore. Ecco, sì, secondo me Sopravvissuti è stata una fiction dove lo spettatore ha partecipato attivamente alla vicenda. Non si è limitato a guardare le immagini e mettere insieme i pezzi mentre sparecchiava la tavola, lavava i piatti oppure si rilassava sul divano. No, in Sopravvissuti lo spettatore interessato al programma ha partecipato e ha sofferto. Cast fantastico. Non c’è niente da dire. Forse quello che manca, adesso, è la secondo serie. Sì perchè l’ultima puntata ci ha lasciato ancora dubbi e non tutte le tessere sono state sistemate al loro posto, ma del resto, questo sa molto di vita reale. Ci sono però domande che gli spettatori di Sopravvissuti si sono poste come: cosa c’entra l’isola? Perchè se sono andati sull’isola poi sono tornati via? Che fine ha fatto Frank? E Gabriele è morto? Stefano ha ucciso Tano, ma perchè, quale mistero si nasconde dietro la morte del figlio Simone? E Marta cosa nasconde ancora? Insomma manca una seconda serie e con questo cast e questa regia si può fare… Su questo aspetto nonci sono risposte precise: la Rai aveva annunicato che visto gli ascolti più bassi del previsto non avrebbe messo in cantiere la seconda serie, ma sembra che poi Sopravvissuti 2 si farà nel 2024. I fan come me aspettano… fiduciosi

E voi cose ne pensate?

Elena

Giallo Fiorentino: ecco l’elenco dei racconti e degli autori vincitori

Anche l’ottava edizione del nostro concorso “Giallo Fiorentino. Dedicato a Luca Bandini” è andata in archivio con la premiazione che si è svolta lo scorso sabato alla Libreria Rinascita di Sesto Fiorentino. Quest’anno il tema era dedicato al viaggio ed i partecipanti si sono messi in luce per una serie di racconti davvero belli. Da parte nostra vogliamo ringraziare tutte le persone che erano presenti alla premiazione e che, in qualche caso, sono arrivate anche da lontano. Grazie alla Libreria Rinascita che ci ha ospitato, grazie ai nostri sponsor (oltre alla libreria la Farmacia Ragionieri e la sezione soci Coop Sesto Calenzano, presente alla premiazione con Davide Grassi, che ha messo a disposizione il primo premio molto significativo), grazie ad apice libri e a Stefano Rolle per la realizzazione dell’antologia del concorso, sempre ben fatta, “Crimini con la valigia”, grazie al Comune di Sesto Fiorentino per il patrocinio e il sostegno, grazie all’assessore alla Cultura Jacopo Madau presente alla nostra premiazione per il secondo anno consecutivo. Per il prossimo anno ci saranno alcune novità sul bando che annunceremo a breve anche sui nostri canali social… quindi “Stay tuned”. Di seguito la classifica dell’ottava edizione di “Giallo Fiorentino”:

1.  Patrizia Scialoni, Pondus pueri

2. Monica Menzogni, Un delitto da dimenticare

3. Marco Scaldini, Una giornata quasi al mare

4. Marco Bertoli, Il treno per Firenze

5. Anna Cecioni, Tornate indietro quando potete

6. Antonio Di Carlo, Crossing Tuscany

7. Barbara Girardi, La stanza del baratro

8. Cristina Biolcati, Questione di fiuto (ex aequo) – Cristina Giuntini, Inseguendo un’ombra (Ex aequo) 10

10. Carla Querci Ante mortem

11. Fabrizio De Sanctis, L’eremo