Andrej Longo, Solo la pioggia “mi piace raccontare le storie che mi vengono a cercare”

“Mi piace raccontare le storie e le storie mi vengono a cercare per essere raccontate” Andrej Longo, autore dell’ultimo libro duro e intenso che mi sento di definire (anche se l’autore non è completamente d’accordo) “noir familiare” “Solo la pioggia” edito da Sellerio, è stato ospite il 17 febbraio della Libreria Rinascita di Sesto Fiorentino in occasione della rassegna “Dalla parte del Giallo” in collaborazione con il Club del Giallo. 

Longo ha raccontato come ha incontrato la scrittura. “Mi occupavo di alcune sceneggiature all’epoce c’erano le lire – ha spiegato al pubblico – e dopo aver lavorato ad un testo che poi non è mai andato in fondo così come il pagamento previsto non è stato rispettato, ho pensato di cambiare lavoro e sono diventato pizzaiolo. Mi piaceva fare il pizzaiolo. Ma è stato quando ho incontrato mia moglie Lucy che mi ha chiesto: ma a te cosa piace fare? Scrivere un romanzo. E lei mi ha chiesto perchè non l’avessi ancora fatto. Ed è così che ho iniziato”.

Longo si è soffermato sulla scelta della lingua per raccontare una storia. “La prima volta che ho fatto leggere Solo la pioggia a mia moglie – ha detto Longo – la risposta è stata negativa. Mi ha detto che era noioso. La stessa risposta mi era stata data da un altro mio amico. Non capivo cosa dovevo togliere e poi ho cambiato la lingua, ho alleggerito il modo di parlare dei personaggi e quando Lucy lo ha riletto mi ha detto che andava bene: non ho capito cosa hai cambiato, ma adesso funziona”.

Andrej Longo ha poi parlata di Ischia dove è nato 63 anni fa e di Napoli la città dove risiede protagonista anche di Solo la pioggia.

Elena

“Solo la pioggia” di Andrej Longo con il Club del Giallo alla Libreria Rinascita

Andrej  Longo, Solo la pioggia, Sellerio 2021. Lo scrittore napoletano sarà ospite il 17 febbraio alle 18 della Libreria Rinascita di Sesto Fiorentino che con il Club del Giallo organizza la rassegna Dalla parte del Giallo.

I tre fratelli Corona sono i padroni di un paese della costa flegrea, non molto distante da Napoli. Il padre Antonio, morto da undici anni, è riuscito a esercitare un ferreo controllo su questa porzione del territorio campano: prima ha sgominato la concorrenza  con tipici metodi camorristici e poi si è gettato nel settore dell’edilizia e del cemento mettendo su una fortuna. Ora sono i suoi figli Carmine, Papele e Ivano che portano avanti l'”eredità” paterna.

Carmine, il maggiore, è il cervello, gestisce gli affari e pianifica il lavoro nei cantieri; Papele (che nulla ha a che fare col Papele/Raffaele della memorabile canzone degli Squallor…) è il braccio pronto a punire chi osa ostacolare i Corona; infine Ivano, molto più giovane dei fratelli, si occupa della parte prettamente finanziaria, amministra il patrimonio: del resto il patriarca ha voluto che lui studiasse, consapevole delle sue capacità e della sua intelligenza.

Insomma i tre sembrano formare una squadra pressoché perfetta, tanto più che il tempo delle faide feroci è praticamente terminato,  ormai tutti temono i Corona e il timore genera rispetto, la merce più preziosa che esista in un mondo in cui i confini tra imprenditoria e malavita sono spesso indistinguibili.

Il giorno dell’anniversario della morte di Antonio  gli uomini di casa Corona si ritrovano insieme,  a cena da Ivano, il “cucciolo”, che vive ancora da solo e cucina benissimo. È un modo   per chiacchierare  del business, sempre più florido, ma anche per scambiare confidenze, battute, ricordi e perfino  manifestazioni di affetto e complicità: da questo appuntamento sono rigorosamente escluse le donne (la sorella e la madre ancora in vita).

Ma questa volta – durante la cena descritta nel romanzo – qualcosa non va per il verso giusto. Ognuno ha un segreto da svelare: Carmine vuole entrare in politica per arraffare appalti e mungere i finanziamenti europei; Papele  ha problemi con la moglie Carmela:  la sua “sciasciona” non gli basta più, è diventato un cliente fisso di una prostituta ucraina; ma soprattutto è Ivano a essere insofferente, vuole uno spazio tutto suo, una vita diversa rispetto a quella che gli ha imposto la famiglia.

Tutto precipita nel giro di poche ore, mentre una pioggia torrenziale flagella le città della costa, si abbatte implacabile sulla Cumana trasformando le strade dei paesi in fiumi. Il narratore tratteggia in pochi passi incisivi uno scenario apocalittico. E una apocalisse ( alla lettera: apocalisse come “rivelazione”) prende forma nell’appartamento di Ivano. Dopo aver mangiato paste cresciute e friarielli e dopo aver bevuto molte bottiglie di Gragnano, stimolati dall’alcol, i Corona confessano le loro ambizioni, le passioni più riposte. Ma non tutto quello che emerge da questo sfogo di sincerità è accettabile: Carminù e Papè, così si chiamano in maniera confidenziale, capiscono che qualcosa sta scricchiolando all’interno della famiglia, qualcosa   che minaccia la merce più preziosa: il rispetto verso il loro nome. Da questo momento la vicenda scivola lungo un piano inclinato, fino alla conclusione della serata che, ovviamente non sveliamo…

Andrej Longo si conferma narratore di razza, dotato del dono di sparigliare le carte, di infrangere le regole del genere. In Chi ha ucciso Sarah? – pubblicato da Adelphi nel 2009 e ora ristampato da Sellerio – fingeva di seguire i canoni dell’indagine poliziesca per fare emergere il problema della solitudine e dell’indifferenza, e anche in Solo la pioggia non si smentisce. All’inizio si ha l’impressione di essere dentro uno spin-off di Gomorra ma presto capiamo che il discorso riguarda ben altro: riguarda il mistero  per cui i legami di sangue, la tenerezza che nutriamo verso i nostri cari  – e non c’è dubbio che l’astuto Carminù e il feroce Papè coltivino affetto per il loro cucciolo – si possono ribaltare con impressionante facilità nell’odio e nella violenza più devastante.

Comprendiamo tutto questo grazie a un narratore che alterna potenti squarci descrittivi a un dialogo teso, calibratissimo, che pare pronto per essere trasformato in una pièce di teatrale. Di sicuro successo.

Riccardo Parigi

Andrej Longo presenta “Solo la pioggia” alla Libreria Rinascita con il Club del Giallo

Secondo appuntamento alla Libreria Rinascita Ubik di Sesto Fiorentino con il ciclo di incontri, dedicato alla narrativa di genere in collaborazione con il Club del Giallo di Sesto Fiorentino. Andrej Longo, una delle voci più forti del filone giallo di questi ultimi anni, parteciperà alla nuova rassegna“Dalla parte del giallo”. L’appuntamento con Andrej Longo è giovedì 17 febbraio alle ore 18 alla Libreria Rinascita con il suo libro Solo la pioggia, edito da Sellerio.