Ho appena terminato di leggere l’ultimo libro di Jo Nesbǿ “Gelosia”. Avevo letto molti suoi libri, di solito molto voluminosi, con protagonista quello strano ispettore Harry Hole, e mi erano piaciuto molto per come riusciva a coniugare la trama, le caratteristiche particolari del personaggio e una visione critica del suo Paese. Non avevo mai letto, come succede con Gelosia, suoi racconti, anche molto brevi come in questo caso. Devo dire che sono rimasto molto piacevolmente colpito dalla qualità, anche in questo caso, delle trame e, ovviamente, della scrittura. Adoperando anche lui la tecnica classica del racconto, di rovesciare cioè, nel finale le aspettative costruite nella narrazione, Nesbo ci fa conoscere personaggi poco “normali” per farci aprire gli occhi su un mondo di cui troppo spesso sappiamo cogliere solo le cose ordinarie, pur sapendo che sotto la superficie, come direbbe il grande King, c’è roba che puzza e che a qualcuno (allo scrittore in primis) tocca portare in superficie. Non è un caso allora che, come ci informa la quarta di copertina, già di tre di questi sette racconti, sono stati acquistati i diritti per la riproduzione cinematografica. Se questa maledetta ondata di Covid ce lo permetterà, sarà un vero piacere andare al cinema!
Mese: Gennaio 2022
Loriano Macchiavelli: Il confine del crimine
Agile ma robusto questo racconto di meno di cinquanta pagine di Macchiavelli. Protagonista Sarti Antonio, sergente, non mancano personaggi tipici della sua Bologna, come Settepaltò, il barbone sempre fornito di numerosi cappotti per non soffrire il freddo, lui barbone, che con la vendita dei cartoni è riuscito a mettere su una baracca ai confini della città, rovinato in seguito all’introduzione della raccolta differenziata. O come Anacardio, il barista che lascia che Settepaltò usi il suo telefono per chiamare Sarti e segnalargli il furto di un fuoristrada di lusso da parte dell’altra, vera protagonista del racconto, Marcella Carlotti, detta Rasputin. E’ per lei che Sarti abbandona la sonnolenta vita cittadina e si inerpica fin sul Gran Sasso per inseguirla o seguirla (c’è questo elemento in sospeso sui rapporti di Sarti con questa bellissima ladra di auto che Sarti “La conosceva e ce n’ha messo a convincersi che una bella ragazza, con tanto di laurea, rubasse automobili importanti”). Per tentare di mettere in guardia la bella Rasputin dai rischi che, a un certo punto, inizia a correre per il furto di quel maledetto fuoristrada, Sarti è costretto a vivere ai limiti dell’insubordinazione i suoi rapporti col tenete Ruggeri, cui non dirà mai, fino all’epilogo del racconto, le ragioni per cui è convinto che, nell’intricata vicenda che si sviluppa, Marcella Carlotti sia solo una ladra di auto. A un certo punto, infatti, entrano in scena un certo Samir, probabile organizzatore di traffico di armi, inseguito da altri personaggi, non chiaramente identificati, che sembrano fidarsi il giusto di tutti. Sarti cercherà in tutti i modi possibili di tirare fuori dalla carneficina vera e propria che si scatena, la bella Rasputin, a costo di disobbedire platealmente al suo tenente. All’appassionato di gialli di qualità il compito di scoprire fin dove arriva l’impegno del sergente Sarti. E anche di capire quanto mobile sia per ciascuno il confine tra azioni sbagliate e vero e proprio crimine.
Macchiavelli, si sa, è maestro nel costruire e dipanare vicende quanto mai intrigate, anche se sempre verosimili. Ci mostra, insomma, avvenimenti, anche di notevole gravità, che per lo più passano inosservati all’occhio del cosiddetto cittadino comune. Ma lasciando sempre al lettore l’onere di ricucire qualche pezzo del puzzle che ci invita a montare insieme a lui.
Renato Campinoti