“Il francese” di Massimo Carlotto: un nuovo personaggio del noir per raccontare la provincia

Massimo Carlotto, Il francese, Mondadori 2022.

Toni Zanchetta, detto il Francese, è un macrò, un magnaccia che si muove nell’operoso Nordest, soprattutto tra Padova, Vicenza e Abano. Si considera ormai una sorte d’imprenditore, ha messo su una maison, così la definisce con orgoglio, un gruppo di giovani donne tutte di origine veneta, fatta eccezione per un’abruzzese. A ciascuna delle ragazze ha dato un nome francese (Claire, Isabelle, Chantal, Margot) e ha assegnato un “profilo” con determinate caratteristiche, appetibili per una certa clientela danarosa e dai gusti particolari. È soddisfatto Zanchetta: avendo cominciato a bazzicare il mondo della prostituzione a quattordici anni ed essendo entrato in una feroce banda di albanesi appena diciassettenne, ha fatto una lunga gavetta. Da molto tempo si è messo in proprio e gli affari vanno a gonfie vele anche perché ha i contatti giusti, agisce con cautela evitando di invischiarsi nello spaccio della droga e di pestare i piedi ad altri malavitosi. Possiede ormai un gruzzolo più che consistente per cui, a quarantasei anni, pensa di stare nel giro – “giro medio-alto, ci tiene a precisarlo – ancora per  un po’    e quindi ritirarsi dalla piazza, magari acquistando una villetta sul Brenta.

Ma la vita del macrò è fatta di imprevisti: una delle sue ragazze, Claire, sparisce nel nulla poco dopo che lui l’ha accompagnata in un hotel di lusso per un appuntamento con un cliente. Zanchetta è dunque l’ultimo ad averla vista e il primo a essere sospettato da Franca Ardizzone, una poliziotta efficiente, determinata, un autentico mastino che non molla la presa. Qui inizia il difficilissimo periplo del Francese, la corsa a ostacoli per dimostrare la propria innocenza, una corsa che incrocia avvocati, esosi informatori, possibili testimoni, bande pronte a fare un sol boccone della maison.

Ma a questo punto non possiamo andare oltre, troppo grande è il rischio di svelare i risvolti decisivi e le numerose sorprese che riserva il romanzo. Diciamo però che il nuovo personaggio creato da Massimo Carlotto si ritaglia uno spazio tutto speciale nel panorama del noir italiano. Moltissimi i punti di forza e i tratti originali: Zanchetta non è una sentina di nefandezze né ha un inferno familiare alle spalle e neanche rimugina su traumi inauditi che hanno segnato per sempre la sua psiche (come molti eroi negativi della letteratura di genere targata anni 2000).

Ha idee estremamente chiare: esiste un fiorente mercato e lui mette in vendita la sua “merce”, di cui ha estrema cura. Anzi, pensa di essere quasi un benefattore della maison in quanto concede addirittura il cinquanta per cento dei profitti alle ragazze. In realtà sa essere violento, eccome; se qualche giovane donna vuole affrancarsi dal macrò deve sborsare duecentomila euro; chi tenta di fare la furba rischia di essere massacrata a colpi di racchetta da tennis (per sistemare un boss della mafia serba ne usa una al titanio: noblesse oblige…).

Un “magnaccia a sonagli” lo chiama Margot, e la definizione piace moltissimo al commissario Franca Ardizzone: come i serpenti Zanchetta cambia pelle, si adatta all’ambiente, ma rimane un rettile pericoloso. Eppure il fuoco di fila che si apre dopo la scomparsa di Claire lo costringe a riflettere su se stesso, a rivedere l’immagine di cartapesta che si è costruito addosso, di duro non insensibile alle esigenze delle donne che sfrutta. Intendiamoci, non è un percorso di “redenzione”, di pentimento quello che percorre il Francese, tutt’altro; anche alla fine Toni Zanchetta rivendica con fierezza il nomignolo che si è conquistato sul campo. Ma tante strade si aprono  nell’epilogo, strade che potrebbero invogliare l’ex macrò a varcare i confini della provincia in cui il contante, il pagamento in “nero”, è qualcosa di sacro, e la carta di credito tracciabile una bestemmia in Chiesa. Siamo convinti che Zanchetta farà questo passo, lo ritroveremo protagonista di un altro romanzo.

E di questo non si può che essere contenti: Carlotto si conferma infatti uno degli happy few che possono guardare tranquillamente negli occhi certi brillanti noiristi d’Oltralpe (pensiamo in particolare a Pierre Lemaitre e al suo Il serpente maiuscolo anch’esso uscito di recente presso Mondadori, come Il francese).

Giovedì 10 febbraio alle ore 18, presso il Cinema Grotta, il Club del Giallo di Sesto Fiorentino, in collaborazione con la Libreria Rinascita, inaugura la rassegna “Dalla parte del giallo”. Elena Andreini intervisterà proprio Massimo Carlotto: si parlerà de Il francese, dell’Alligatore e di molte altre cose. Un’occasione da non perdere!

Riccardo Parigi

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